Origine della parola
Sono due le possibili origini della parola “doping”. Una di queste è “dop”, bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze cerimoniali del sud Africa nel XVIII secolo. Un'altra è che il termine derivi dalla parola olandese “doop” (una salsa densa) che entrò nello slang americano per descrivere come i rapinatori drogassero le proprie vittime mescolando tabacco e semi del Datura stramonium, conosciuto come stramonio, che contiene una quantità di alcaloidi, causando sedazione, allucinazioni e smarrimento. Fino al 1889, la parola “dope” era usata relativamente alla preparazione di un prodotto viscoso e denso di oppio da fumare, e durante gli anni novanta si estese a qualsiasi droga narcotica-stupefacente. Nel 1890, “dope” veniva anche riferito alla preparazione di droghe designate a migliorare la prestazione delle corse dei cavalli. Il doping è una pratica illegale.
Novità
Rugby & Doping: Francia, altre accuse pesanti "Il sistema lo vuole"
Non si placano le polemiche in Francia attorno al doping nel rugby. Dopo i dati resi noti dall'Agenzia antidoping francese e le parole di Elissalde sulle anfetamine negli anni '80, adesso si alza il tiro. E il rugby transalpino è pronto a far scoppiare uno scandalo che potrebbe coinvolgere il rugby mondiale.
A puntare il dito è Laurent Benezech, pilone con 15 caps con la Francia negli anni '90 e una partecipazione iridata nel 1995. E le sue parole sono durissime. "Quando sento un allenatore della nazionale dire che il tempo effettivo, che attualmente è mediamente di 40 minuti, deve salire a 50 minuti per la Coppa del Mondo 2015, e che solo i giocatori in grado di mantenere questi livelli avranno chance di giocare per la nazionale, non riesco a non vedere un'esortazione al doping" le parole di Benezech.
Diffusione
I paesi dell'Europa dell'est (DDR in primis), hanno recitato il ruolo di precursori in questo campo, applicando il doping in maniera sistematica nel periodo che va dagli anni cinquanta agli anni ottanta soprattutto sugli atleti che partecipavano alle Olimpiadi. Poco si sapeva degli effetti collaterali dati dalle sostanze somministrate agli atleti, mentre evidenti erano i miglioramenti in termini di struttura fisica e risultati agonistici, specialmente per le atlete donne che venivano "trattate" con ormoni maschili. Ciò ha portato a gravi danni fisici e psicologici per molti atleti e c'è anche chi addirittura come la pesista Heidi Krieger è stata costretta, visti gli ormai enormi cambiamenti nel fisico, a diventare uomo. Casi particolarmente clamorosi di doping sono stati quello di Ben Johnson, squalificato ai Giochi olimpici di Seul nel 1988 dopo aver vinto la corsa dei 100 metri piani e stabilito il nuovo record del mondo (che venne annullato), quello di Marco Pantani, escluso dal Giro d'Italia del 1999 alla vigilia della penultima tappa mentre era largamente in testa alla classifica (Pantani non risultò positivo a sostanze dopanti, ma il suo ematocrito era superiore al valore massimo consentito, in seguito vennero modificati i metodi di analisi risultati scientificamente non sufficientemente precisi) e quello ...continua